Gran Premio di Arabia Saudita 2024 a Gedda: cos’è successo e chi ha vinto, il weekend in sintesi

sabato 9 marzo 2024 · Race highlights
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Il prologo. La programmazione del weekend scala indietro di un giorno affinché non si corra la domenica in cui inizia il Ramadan. Sainz deve essere operato per appendicite, dopo le prove libere la sua Ferrari passa a Bearman che marca il debutto in Formula 1.

Giovedì. La Mercedes soffre più di tutte i sobbalzi della pista: “Abbiamo provato di tutto e non l’abbiamo risolto. Succedeva già in Bahrain, ma non come qui”, dice Hamilton. Sulla Ferrari si ripresenta il problema con le temperature dei freni: “Una piccola differenza, nella canonica tolleranza”, riferisce il team. La seconda sessione viene rinviata per controllare le griglie di drenaggio.

Venerdì. Come in Bahrain, Verstappen è ancora in pole, Leclerc è ancora secondo. Bearman per un soffio non entra in Q3. Zhou non prende parte alla qualifica per l’incidente nell’ultima sessione di prove.

La gara. Verstappen lascia il comando solo al cambio gomme, a Norris che non usa la safety car. Perez al quarto giro già passa Leclerc con una mossa che non lascia spazio a replica. Così, la Red Bull chiude un altro arrivo in parata.

L’ordine d’arrivo. Verstappen, Perez, Leclerc, Piastri, Alonso, Russell, Bearman, Norris, Hamilton e Hulkenberg. Ritirati Gasly e Stroll.

Chi ha vinto. Bearman, che porta a casa l’auto, al settimo posto, senza fare vaccate e senza prendere batoste dal cronometro, lui che mai aveva fatto una gara più lunga di un’ora. All’ultimo passaggio fissa il suo record in 1:32.1, con gomme di pari mescola e pari vita di quelle di Verstappen che invece gira in 1:31.7. Giustamente, premiato anche dal pubblico: con il 48% dei voti è lui mpv di Gedda. Gli resta da investire sul fisico: in curva il collo non reggeva più la testa.

Chi ha perso. Stroll, l’unico a muro, dopo cinque giri appena, per una distrazione che – oggettivamente – uno si doveva aspettare da Bearman. In effetti Alonso continua a essere un termine di paragone inarrivabile.

Le penalità. Venti secondi a Magnussen, 10 per l’incidente con Albon e altri 10 per taglio di curva; 5 secondi a Perez che al pit stop riparte prima del verde rischiando di prendere Alonso. Invece, esce impunito Norris che anticipa la partenza: non risulta che il sensore sull’asfalto si sia mai attivato, la Fia decide in perfetta coerenza con i precedenti di Bottas a Spielberg nel 2017 e Vettel a Suzuka nel 2019.

Le statistiche. Bearman è il più giovane in Ferrari, a 18 anni e 10 mesi abbassa il record che era di Ricardo Rodriguez dal 1961; dai tempi di Merzario, e correva l’anno 1972, sulla rossa non si vedeva un esordiente assoluto. La Red Bull supera la Williams al quarto posto nella classifica dei team più vincenti di sempre.

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