Fughe, licenziamenti e “aspettative disattese”: così dopo 18 mesi è tutta un’altra Alpine

lunedì 31 luglio 2023 · Dal paddock
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È il weekend in cui l’Alpine ottiene un risultato politico mica da niente, l’ok della Commissione per la Formula 1 a valutare uno strumento di equalizzazione delle performance dei motori, in risposta a un’istanza di intervento che partiva da una necessità di Enstone. Ma è anche il weekend che indirettamente conferma il fallimento di tutto il progetto perché proprio a Spa viene definitivamente riscritto l’organigramma della divisione per la Formula 1.

Cambia faccia totalmente l’Alpine nell’arco di 18 mesi, risale a gennaio 2022 infatti la prima mossa, escono il direttore esecutivo, Marcin Budkowski che nel 2017 terrorizzava gli avversari perché veniva dalla Fia e teoricamente si portava dietro tanti segreti, e Alain Prost che era entrato come consulente e ambasciatore del marchio. All’epoca viene pensata una nuova struttura, il posto di team principal è assegnato a Otmar Szafnauer, che viene dall’Aston Martin e pensa in grande.

E che gli affari comunque non li gestisce benissimo: in estate nell’arco di un mese perde Alonso e perde Piastri, il pilota più esperto e quello più promettente. È un passaggio cruciale, accende la spia alla Renault che ha voluto l’Alpine in Formula 1 per ragioni promozionali e si trova un’ombra sul marchio.

Nel frattempo, la pressione per i risultati si fa importante, Luca de Meo – l’amministratore delegato delle Regie – alla presentazione dell’auto per il 2023 chiarisce: “C’è un impegno a lungo termine per creare una squadra di vertice”. Invece al giro di boa del campionato l’Alpine è ancora una squadra di metà classifica, annichilita dall’evoluzione che ha fatto la McLaren. Dov’è andato Piastri, vedi un po’.

Di qui le altre operazioni: prima di Budapest viene rimosso Laurent Rossi dalla poltrona di ceo. “Incompetente, arrogante e senza umanità”, lo definisce Prost, che tira un macigno. Al suo posto arriva Philippe Krief, dalla Renault.

Tira una brutta aria, Szafnauer coi giornalisti si dice fiducioso di proseguire, per portare l’Alpine a contendersi il mondiale prima che arrivi a cento corse, che significa entro il 2025. Non passa nemmeno una settimana che Renault fa fuori anche lui, ad interim gli subentra Bruno Famin, vice presidente di Alpine Motorsport: “Aspettative disattese”, recita la nota. La replica:

Changes take time. I signed some good people from other teams, but they won’t join until 2024 or 2025. You can’t get nine women pregnant and hope to have a baby in a month.

Insieme con Szafnauer paga il direttore sportivo, Alan Permane che militava nel team dai tempi della Benetton. Lo sostituisce Julian Rouse, dell’Academy. Mentre Pat Fry lascia la direzione tecnica a Matt Harman per andare alla Williams, prima che la scure della losanga raggiunga pure lui. Se non è un terremoto questo.

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