Vent’anni in Bahrain, la storia: dalla doppietta Ferrari alla migrazione in notturna

giovedì 29 febbraio 2024 · Amarcord
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Sono vent’anni che si corre in Bahrain, non consecutivi per via dell’annullamento del 2011 dopo le rivolte di piazza. Questi i momenti che hanno fatto la storia di un Gran Premio che è diventato un passaggio fisso del mondiale di Formula 1.

2004. È l’anno dell’esordio, vince la Ferrari con doppietta di Schumacher e Barrichello. Todt santifica l’asfalto: “Lo stesso che abbiamo a Fiorano”, un manto stradale in cui petrolio e polimeri sintetici vengono mescolati al pietrisco convenzionale.

2010. Sulla McLaren spicca la diavoleria dell’anno, un sistema di canalizzazioni interne che neutralizza la resistenza dell’ala posteriore quando il pilota chiude una bocchetta impiegando gomito o ginocchio: f-duct lo chiama la stampa, perché la feritoia d’ingresso si apre in corrispondenza della f di Vodafone sul muso dell’auto. Non è determinante, perlomeno non ancora. Tant’è che la doppietta è della Ferrari, l’ottantesima, con la prima vittoria di Alonso in uniforme rossa.

2014. Si passa a gareggiare in notturna, Hamilton resiste con le dure a Rosberg che fa l’ultimo stint sulle morbide: tra loro, appena un secondo sotto la bandiera a scacchi dopo una lunga serie di incontri ravvicinati.

2019. Il motore della Ferrari dà i numeri, a dieci giri dalla fine compromette la vittoria di Leclerc che sabato ha segnato la prima pole di carriera e sta conducendo la gara autorevolmente sulle Mercedes. Il terzo posto è salvo solo grazie alla safety car che congela gli ultimi tre giri.

2020. La sicurezza passiva salva Grosjean che al primo giro schizza frontalmente nel guardrail. L’Haas si spezza, la metà anteriore con la cellula di sopravvivenza trafora la barriera e diventa una palla di fuoco, alimentata dal carburante del serbatoio. Grosjean è fuori in 28 secondi, con ustioni leggere alle mani.

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