Sempre più circuiti urbani: dal 2026 anche Madrid. E adesso che succede per Barcellona?

mercoledì 24 gennaio 2024 · Politica
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La Formula E nasceva per correre in città, oggi si sposta progressivamente verso gli autodromi. La Formula 1 invece è nata negli autodromi e viaggia con decisione verso le città: sono piste urbane gli ultimi tre innesti del calendario, Gedda nel 2021, Miami nel 2022, Las Vegas nel 2023, inoltre c’è un piano per trasferire il Gran Premio del Giappone da Suzuka al centro di Osaka.

Intanto, dal 2026 sale almeno a 10 il conto delle gare su circuiti stradali o comunque semipermanenti, alla luce della firma di Madrid per un evento nella zona dell’area fieristica, dove l’anno scorso s’è tenuta la prima esibizione ufficiale sulla Formula 1, tra l’altro.

Una parte del circuito usa le strade della viabilità ordinaria e prevede due passaggi in galleria sotto la tangenziale. Un’altra, che include una soprelevata, dev’essere costruita nei terreni a ridosso dei padiglioni espositivi, per una lunghezza complessiva di 5.5 chilometri, sempre soggetta ad omologazione della Fia.

Così, la Formula 1 torna a Madrid dove si è già gareggiato nove volte, fra il ’68 e l’81 quando il circuito di Jarama si palleggiava il Gran Premio di Spagna ad anni alterni con Montjuic: praticamente, già all’epoca era Madrid contro Barcellona.

Che oggi ha comunque un contratto in essere fino al 2026 e non è detto che non possa estenderlo: “Sgombriamo il campo dai dubbi e chiariamolo. Essere a Madrid – diceva Domenicali all’annuncio ufficiale – non esclude che si resti a Barcellona per il futuro”. Cioè: non esclude che la Spagna possa tornare ad ospitare due eventi com’è stato fino al 2012 prima che Valencia non andasse in malora. Ad ogni modo, il fatto che l’etichetta del Gran Premio di Spagna sia già passata a Madrid, la dice lunga su dove stanno confluendo i soldi.

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