Squadre, piloti, calendario e regolamenti: ecco cosa cambia in Formula 1 nel 2022

giovedì 17 marzo 2022 · Dal paddock
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Mercato. Russell è titolare alla Mercedes. Rientra Albon in Williams, ma conserva rapporti con Red Bull. L’Alfa Romeo raccoglie Bottas e ingaggia Zhou: è il primo cinese nei Gran Premi. L’Haas scarica Mazepin – perché chiude ogni rapporto coi suoi sponsor, per le ripercussioni della guerra all’Ucraina – e ripesca Magnussen.

Calendario. Dovevano esserci 23 corse, scendono a 22 per la cancellazione di Sochi a causa del conflitto con l’Ucraina, ma l’intenzione è recuperare la data altrove. E comunque c’è sempre l’ombra del coronavirus, tant’è che Shanghai resta off-limits. Debutta Miami, Gedda anticipa a marzo. Hanoi, non pervenuta.

Il weekend. Il circo fa un passo verso la compressione degli eventi: giovedì nessun impegno per i piloti con la stampa, venerdì le prove alle 14 anziché alle 11. Passano a venerdì anche le libere di Monte Carlo che per tradizione si erano sempre tenute di giovedì per dilatare il weekend a beneficio del turismo.

Tecnica. Entrano in vigore le novità pensate per il 2021 e posticipate per via del lockdown. Su tutte, il ritorno a sfruttare più liberamente l’effetto suolo, in modo da limitare le appendici aerodinamiche che tanti disturbi comportano. I motori restano congelati alle specifiche di fine 2021.

Gomme. Da 15 a 18 pollici, dopo due anni di sperimentazione travagliata. Per rientrare coi pesi, all’ultimo minuto le squadre hanno ottenuto dalla Fia un aumento del peso minimo dell’auto a 795 kg. Sul numero di set per ogni mescola è ancora Pirelli a decidere per tutti, come dal 2020, quando la scelta è stata tolta alle squadre per questioni logistiche in tempo di pandemia. Ma cade l’obbligo di iniziare la corsa con le gomme impiegate nella seconda eliminatoria di qualifica.

Carburante. Il contenuto minimo di biocomponenti passa dal 5.75 al 10%, che deve essere obbligatoriamente etanolo, mentre prima c’era scelta libera. Sembra una cosa da poco, invece Mercedes ammette incertezze.

La cabina di regia. Non è più Masi il direttore di corsa: il ruolo passa – in condivisione – a Niels Wittich ed Eduardo Freitas che arrivano rispettivamente da Dtm e mondiale endurance. La Fia prova a ricostruirsi faccia, autonomia e credibilità dopo l’epilogo controverso di Abu Dhabi.

Tetto di spesa. Bisogna rientrare in 140 milioni di dollari, salari esclusi. La soglia era a 145 nel 2021, la filosofia prevede di abbassarla di 5 milioni all’anno.

Qualifiche Sprint. Liberty ne voleva sei, ma parla chiaro il suo sondaggio: solo il 7% del pubblico le ha gradite. Inoltre le squadre pretendevano un cuscinetto sul tetto di spesa in caso di incidenti. Così, ne restano tre: Imola, Spielberg e Interlagos. Ma cambiano i punti: 8 al vincitore, poi a scalare di 1 per posizione. La garetta di sabato continua a decidere lo schieramento di domenica, ma perde l’etichetta di qualifica. Di qui la precisazione di Liberty: per mero scopo statistico, la pole viene riconosciuta al più veloce nelle qualifiche di venerdì.

Le corse mozzate. E dopo la farsa di Spa, la Fia cambia anche l’assegnazione dei punti per le corse bloccate: affinché la gara sia valida è necessario che il leader abbia percorso almeno due giri sotto bandiera verde, dopodiché i punti in palio cambiano in funzione della distanza che viene completata.

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